Josephine Mark Trip mit Tropf
[Fuga con flebo]

Buchcover Fuga con flebo

Scheda della casa editrice

Kibitz Verlag
Amburgo 2022
ISBN 978-3-948690-14-4
192 pagine
Contatto della casa editrice

Sovvenzioni per le traduzioni
Pubblicato in italiano con il sostegno di Litrix.de

Born to be wild – Un romanzo a fumetti sulla confortante amicizia tra due creature molto diverse

Quanti animali dalle qualità umane, troppo umane, hanno incrociato la strada e la vita di questo critico... Ma cosa dico: la vita di questo essere umano! Topi. Anatre. Gatti. Cani. Orsi. Volpi. Lupi. Coccodrilli. Bruchi. Formiche. Talpe. Farfalle. Capretti nella cassa dell’orologio a pendolo. Bianconigli nella tana. Un numero infinito.

Molti di questi animali sono impegnati in missioni inequivocabili: prima conquistano l’attenzione del loro pubblico di lettrici e lettori, per poi piantare loro nell’anima, in modi affascinanti, insegnamenti sull’amore, l’amicizia, il coraggio, l’avventura, l’eterna lotta fra il bene e il male o l’imperfezione della specie umana. E senza neppure scomodare le antiche creature di Esopo e le figure delle fiabe d’epoca romantica, anche gli animali-eroi della porta accanto del XX secolo sono già bisnonni e bisnonne delle loro stirpi: Winnie the Pooh, Taddeo Rospo e la sua comunità tra i salici, e perfino Topolino, Paperino e nipotini vari.

Ma per quanto il recensore sia fin dalla sua infanzia un grande amico degli animali a fumetti, non aveva mai conosciuto quello che ha appena scoperto nel nuovo romanzo a fumetti dell’autrice, grafica e illustratrice di Lipsia Josephine Mark. Mai finora, nelle sue pur lunghe passeggiate per boschi, aveva notato un cartello indicante un pronto soccorso per animali nel bel mezzo della natura selvaggia. Eppure il gran numero di mammiferi, uccelli, rettili, pesci e insetti antropomorfi nella letteratura per ragazzi implica per pura logica consequenziale anche l’esistenza di servizi medici d’emergenza. Il fatto che in Trip mit Tropf due creature assolutamente diverse si diano alla macchia insieme dopo una serie di contrattempi negli ambulatori del bosco sembra in un primo momento impossibile, ma in un secondo anche comprensibile (in fondo, ne va della sopravvivenza!) e soprattutto confortante.

Il lupo ferito da un colpo d’arma da fuoco si è appena soccorso da solo, dopo che l’infermiera Terresa, una talpa decisamente ipovedente, non è riuscita a inserire una cannula nelle sue vene sfuggenti. Ora, come natura comanda, vorrebbe divorare in un sol boccone il coniglio malconcio che ha scoperto al di là del separé, se solo non puzzasse così tanto di medicine. E poi arriva anche un attacco a sorpresa dei cacciatori, con la pallottola destinata al lupo che viene deviata dall’asta portaflebo del roditore. Entra così in vigore la regola più sacra del secolare Codice dei Lupi: “Se qualcuno ti salva la vita, anche tu devi salvare la sua. Poi potrete tornare a essere nemici naturali” . E qui il lupo si ritrova una bella gatta da pelare! Perché la chemioterapia del coniglio durerà cinque mesi. Che nel fumetto si traducono in 180 pagine in cui lupo e coniglio, con portaflebo a rotelle al seguito, viaggiano insieme per monti e valli, da fine estate ai primi giorni di primavera, tra magnifici paesaggi da Montagne Rocciose. A piedi, su un camion rubato o su una moto con sidecar, come in un road movie con mille deviazioni, e con un cacciatore furibondo e il suo cane sempre alle calcagna.

E, strano ma vero, nel corso di questi mesi tra i due protagonisti finora solitari si sviluppa, in modo traballante, impacciato, fra peripezie e gaffe, un legame autentico. Tenero, perfino. Capace di far piangere di gioia. Come se lupo e coniglio fossero i migliori messaggeri di speranza e coraggio di vivere dai tempi dell’asino della fiaba dei Grimm I quattro musicanti di Brema, quando disse al gallo: “Macché, Cresta rossa, vieni piuttosto con noi: qualcosa meglio della morte lo trovi dappertutto”.

Il racconto per immagini di Josephine Mark è una parabola che arriva dritta al cuore, una storia sull’amicizia tra due creature la cui natura non potrebbe essere più diversa: un coniglio gravemente malato, impaurito, isolato, senza una colonia che lo protegga. E un lupo determinato, stizzoso, che crede di sapere tutto e che, intrepido, prende ogni situazione “in zampa”. Eppure, sotto quella scorza ruvida si cela un’anima premurosa. E sotto la scorza di quell’anima si trovano di certo ragioni valide che l’hanno portato ad affrontare la vita come lupo solitario e a non seguire il richiamo del branco.

La capacità di questo racconto di coinvolgerci con tale immediatezza ha a che fare anche con il suo linguaggio visivo, con la rappresentazione delle figure e la colorazione degli sfondi. Si attraversa questa storia come se durante una passeggiata nel bosco qualcosa ci catturasse improvvisamente da un mondo parallelo, animando d’un tratto le nostre stesse immagini e fantasie più intime. In questo mondo vivono creature conosciute. E non hanno peli sulla lingua: scaltre, ironiche, serie, empatiche, ruvide, mai una parola di troppo. Vivono in un paesaggio semplice e colorato, come quelli che avrebbero potuto attraversare Qui, Quo e Qua con le Giovani Marmotte. Sono un po’ come caricature, prendono vita e carattere con pochi amorevoli tratti. Ma sono molto più di questo: sono sofferenti, compagni fidati, premurosi, consolanti, portatori di speranza. Sono esseri viventi con le loro debolezze e virtù e arguzie, e un incrollabile, anche se forse profondamente nascosto, desiderio di libertà, tale da far cantare loro Born to be Wild anche se il vento dal finestrino fa cadere al coniglio gli ultimi peli dalla testa e il lupo rischia per l’ennesima volta di essere impallinato.

Tradotto da: Melani Traini
Buchcover Fuga con flebo

di Siggi Seuß

Siggi Seuß, giornalista freelance, autore radiofonico e traduttore, da molti anni scrive recensioni di libri per bambini e ragazzi.

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