I romanzi oggi

Hefter, Kames, Kubiczek, del Buono
© Klett-Cotta, © Suhrkamp, © Rowohlt Berlin, © C. H. Beck

Rivelazioni durante il lavoro della giuria per il Deutscher Buchpreis 2024

Di Natascha Freundel

Cos’è un romanzo in una realtà che spesso supera ogni immaginazione? Quali possibilità ha oggi la scrittura letteraria? Quali storie raccontiamo nel mondo di lingua tedesca – su noi stessi e sul mondo, in cui la democrazia e persino l’umanità sono in serio pericolo e la violenza disumana sembra trionfare? All’interno della giuria del Deutscher Buchpreis 2024 ci siamo spesso confrontati con queste domande. Ma ciò che ci ha guidato è stata la curiosità per i temi e i generi delle 197 proposte provenienti da Germania, Austria e Svizzera. Non ci ha sorpreso più di tanto:

L’autofiction è ancora di forte tendenza nella letteratura contemporanea di lingua tedesca. Per noi, sono eccezionali quei romanzi autofinzionali che riempiono un vuoto – sia nella famiglia che nella vita quotidiana – con una ricerca meticolosa e un’immaginazione illimitata, andando ben oltre un semplice sguardo introspettivo. Stupisce anche che molti romanzi esplorino i ruoli di genere. Il tema non è nuovo, tuttavia non è ancora esaurito. E guarda caso: la letteratura appartiene soprattutto alle donne. Grosso modo, molti romanzi dell’anno parlano di donne attive e sicure di sé e di uomini passivi e insicuri, indipendentemente dal fatto che il libro sia scritto da un autore o da un’autrice. Tuttavia, spesso ci hanno convinto di più i romanzi delle autrici (vedi la Longlist del Deutscher Buchpreis 2024).

Ci ha sorpreso un aumento del motivo del viaggio nel tempo, a volte collegato al tema della guarigione, che risuona nella letteratura contemporanea come un’eco del romanzo “La montagna incantata” pubblicato cento anni fa. E dove rimane il mondo lontano o vicino, dove trovano eco le crisi e le guerre del nostro tempo? Abbiamo candidato alcuni romanzi di autrici e autori per il Deutscher Buchpreis 2024 perché rispondono in modi molto diversi alla domanda su quali possibilità abbia la narrazione letteraria in una realtà che spesso supera ogni immaginazione.
 

Thomas, Bühler, Wolff, Geiger © Rowohlt, © Atlantis, © Klett-Cotta, © Hanser


Autofiction è legione

Forse il fatto che “il concetto stesso di crisi sia entrato in crisi” (Armin Nassehi) - e la guerra della Russia contro l’Ucraina abbia esponenzialmente incrementato le nostre crisi -porta con sé un generale sovraccarico e il bisogno di ancorarsi almeno alle proprie esperienze e ai propri ricordi. Forse la tendenza ininterrotta verso l’autofiction è anche legata a un culto dell’io della cultura dei social media? In ogni caso, ci hanno particolarmente colpito quei romanzi autofinzionali che, con competenza letteraria, giocano con il genere popolare. Martina Hefter, la nostra vincitrice del premio, ma anche Maren Kames, attingono dalla propria vita e creano al contempo arte autonoma: la Hefter, tra l’altro, lo fa parodiando il culto dell’io nei social network e trattando i rapporti di sfruttamento fino all’ Africa; Kames facendo zigzagare un coniglio motorizzato attraverso il terreno autobiografico e cercando una nuova lingua, per nulla univoca.

I vuoti spesso determinano ricerche e immaginazioni: André Kubiczek attualizza la breve vita della madre nella DDR e il suo ultimo viaggio nel paese natale, il Laos, poco prima della sua morte nel 1986. Il suo romanzo è uno dei libri di quest’anno che non scandalizzano né romanticizzano la DDR. La Germania dell’Est, come spazio di esperienza frammentato per identità fragili, gioca un ruolo importante anche per Ruth-Maria Thomas, Franz Friedrich, Katja Oskamp, Patricia Hempel o Domenico Müllensiefen. Zora del Buono, invece, parte per una ricerca nei villaggi alpini della Svizzera per ricostruire la morte prematura del padre in un incidente stradale. Da lei apprendiamo molto sul numero di morti sulle strade, ma anche sull’uomo che con una macchina di lusso ha tolto la vita a suo padre e che, probabilmente, da allora soffre per il senso di colpa. Diverse storie di adozione, come quelle di Franz Dobler o Ulrike Draesner, offrono spazio per riflessioni su famiglia, appartenenza e affinità elettiva.
 

Sanyal, Friedrich, Kaleyta, Lenze © Hanser, © S. Fischer, © Piper, © Klett-Cotta


Donne forti

L’autodeterminazione sessuale è un tema affrontato direttamente da una voce ancora piuttosto giovane nella narrativa di lingua tedesca: Ruth-Maria Thomas riesce a collegare questa ricerca con il tema della violenza sessualizzata, lasciando aperte alcune domande sulla prospettiva del carnefice e della vittima. Anche per Lana Lux, Laura Leupi o Barbara Rieger, la violenza maschile dominante nelle relazioni è un tema centrale. Mariann Bühler crea personaggi che superano i confini di genere in strutture rurali apparentemente irremovibili. Diversi romanzi raccontano di uomini in crisi e donne più forti: anche Iris Wolff, che racconta un amore d’infanzia a ritroso, capitolo per capitolo. Lui è rimasto nel villaggio natale in Romania, mentre lei, dopo il crollo del regime comunista, è andata in Europa occidentale e si guadagna da vivere come pittrice di strada. La Wolff, che lascia il racconto al giovane uomo, ci riporta al passato rumeno e al contempo rende assurda ogni classificazione identitaria dei suoi personaggi. Forse il romanzo più coerente sulla crisi della mascolinità è stato scritto da Arno Geiger, con il viaggio onirico di un re abdicato alla ricerca del senso della vita.

Viaggi nel tempo

Chi legge molti romanzi di seguito scopre corrispondenze peculiari tra i libri. Tra le possibilità della letteratura di ieri e di oggi ci sono i viaggi nel tempo, come nel caso di Mithu Sanyal, che ci catapulta da una Londra contemporanea in una “India House” all’inizio del XX secolo e ci fa riflettere sulla violenza rivoluzionaria nei movimenti di liberazione e nei dibattiti postcoloniali. Franz Friedrich, invece, ha scritto un romanzo filosofico su un sanatorio denominato Kolchis, che riunisce persone di tutte le epoche salvate da una morte prematura. Il romanzo spazia da Thomas Müntzer, raffigurato sulla banconota da 5 marchi della DDR, alla Guerra dei contadini del XVI secolo e alla domanda se la storia sia definita o possa essere corretta.

Malattia e guarigione

Anche Timon Karl Kaleyta e Ulla Lenze raccontano di un sanatorio. Mentre Kaleyta satireggia un sanatorio esclusivo alla “montagna incantata”, in cui un uomo senza qualità cerca la guarigione dalla sua impotenza (non solo sessuale), Lenze racconta per la prima volta la storia del complesso dei sanatori di Beelitz, vicino a Potsdam. Come Lenze, anche Jan Schomburg indaga lo spiritismo degli anni Venti. Doris Wirth descrive la deriva di un padre di famiglia in una psicosi violenta e senza speranza di guarigione, Markus Berges ci porta autofinzionalmente in un ospedale psichiatrico femminile del Münsterland e al suo primo amore per una malata psicotica. Paula Fürstenberg racconta di cura e assistenza tra amici, Jan Kuhlbrodt del pensare, leggere e scrivere con un corpo sempre più debole. Martina Hefter è la compagna di vita di Kuhlbrodt; i loro romanzi sono molto diversi sia da un punto di vista stilistico che di contenuto e, letti insieme, danno un’impressione indimenticabile delle barriere sociali, psicologiche e fisiche delle persone malate nel nostro mondo apparentemente così privo di barriere.
 

Schomburg, Wirth, Berges, Fürstenberg © dtv, © Geparden, © Rowohlt Berlin, © Kiepenheuer & Witsch


Democrazia o dittatura

Gli anni Venti e Trenta del XX secolo entrano spesso nei dibattiti politici di oggi. Nora Bossong descrive il fascino del fascismo attraverso gli occhi di un seguace omosessuale, irresistibilmente attratto da Magda Goebbels, la moglie del ministro della propaganda nazista. Markus Thielemann fa rivivere letteralmente i fantasmi del passato nazista. Nella vita quotidiana apparentemente atemporale di una famiglia di pastori della Lüneburger Heide, non solo irrompono i lupi, ma anche la Nuova Destra e lo spirito inquieto di una lavoratrice forzata assassinata dai nazisti.

La realtà delle guerre

Pochi, ma ciascuno di per sé eccezionale, sono i romanzi che trattano la realtà della guerra dei nostri tempi. Michael Köhlmeier esplora l’anima russa leninista-stalinista-putinista-paranoica in un romanzo che allo stesso tempo mette in discussione le possibilità della verità letteraria. Clemens Meyer collega in una grande opera le guerre jugoslave con le trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Karl May, mostrandoci le proiezioni dei miti degli eroi maschili. Ronya Othmann illustra cosa significhi un genocidio, in particolare il genocidio degli Yazidi da parte dell’autoproclamato “Stato Islamico” avvenuto esattamente dieci anni fa; anche per la letteratura: la lingua qui incontra un limite insormontabile. Dove la violenza trionfa, l’arte fallisce. Eppure non possiamo fare a meno di raccontare, scrivere e leggere.
 

Bossong, Thielemann, Köhlmeier, Meyer © Suhrkamp, © C. H. Beck, © Hanser, © S. Fischer


P.S. Distopie…

… si trovano anche in molti libri: di Jasmin Schreiber, Johanna Grillmayer, Helwig Brunner, Andrea Grill, Bernhard Kegel, Elias Hirschl o anche Thea Mengeler. Tuttavia, secondo l’impressione della giuria, che si tratti di crisi climatica o di intelligenza artificiale deve essere ancora trovata la migliore forma letteraria per descrivere la fine del mondo.

Natascha Freundel è redattrice a radio3 della rbb e moderatrice del podcast “Der zweite Gedanke”. Dal 2010 al 2018 è stata redattrice presso la NDR Kultur ad Hannover e Amburgo, in precedenza ha lavorato come giornalista freelance e critica letteraria da Berlino, Israele e Ucraina per i servizi dell’ARD e vari giornali, tra cui “Berliner Zeitung”, “Frankfurter Rundschau” e “Die Zeit”. Nel 2024 è stata portavoce della giuria del Deutscher Buchpreis.

Libri citati:
  • Nora Bossong: Reichskanzlerplatz. Suhrkamp
  • Markus Berges: Irre Wolken. Rowohlt Berlin 
  • Helwig Brunner: Flirren. Literaturverlag Droschl
  • Mariann Bühler: Verschiebung im Gestein. Atlantis Verlag
  • Zora del Buono: Seinetwegen. C.H. Beck
  • Franz Dobler: Ein Sohn von zwei Müttern. Tropen
  • Ulrike Draesner: zu lieben. Penguin Verlag
  • Franz Friedrich: Die Passagierin. S. Fischer
  • Paula Fürstenberg: Weltalltage. Kiepenheuer & Witsch
  • Arno Geiger: Reise nach Laredo. Hanser
  • Andrea Grill: Perfekte Menschen. Leykam Verlag
  • Johanna Grillmayer: That's life in Dystopia. Mary Salzmann Verlag
  • Martina Hefter: Hey guten Morgen, wie geht es dir? Klett-Cotta
  • Patricia Hempel: Verlassene Nester. Tropen
  • Elias Hirschl: Content. Paul Zsolnay Verlag
  • Timon Karl Kaleyta: Heilung. Piper
  • Maren Kames: Hasenprosa. Suhrkamp
  • Bernhard Kegel: Gras. Dörlemanm
  • Michael Köhlmeier: Das Philosophenschiff. Hanser
  • André Kubiczek: Nostalgia. Rowohlt Berlin
  • Jan Kuhlbrodt: Krüppelpassion - oder Vom Gehen. Gans Verlag
  • Ulla Lenze: Das Wohlbefinden. Klett-Cotta
  • Laura Leupi: Das Alphabet der sexualisierten Gewalt. März Verlag
  • Lana Lux: Geordnete Verhältnisse. Hanser Berlin
  • Thea Mengeler: Nach den Fähren. Wallstein Verlag
  • Clemens Meyer: Die Projektoren. S. Fischer
  • Domenico Müllensiefen: Schnall dich an, es geht los. Kanon Verlag
  • Katja Oskamp: Die vorletzte Frau. park x ullstein
  • Ronya Othmann: Vierundsiebzig. Rowohlt
  • Barbara Rieger: Eskalationsstufen. Verlag Kremayr & Scheriau
  • Mithu Sanyal: Antichristie. Hanser
  • Jan Schomburg: Die Möglichkeit eines Wunders. dtv
  • Jasmin Schreiber: Endling. Eichborn Verlag
  • Markus Thielemann: Vom Norden rollt ein Donner. C.H. Beck
  • Ruth-Maria Thomas: Die schönste Version. Rowohlt Hundert Augen
  • Doris Wirth: Findet mich. Geparden Verlag
  • Iris Wolff: Lichtungen. Klett-Cotta
Traduzione: Goethe Institut Milano

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